I canali spariscono dalla tua TV? Scopri il trucco nascosto che gli antennisti non vogliono farti sapere

Canali digitale terrestre scomparsi: come risolverli manualmente

Il digitale terrestre ha cambiato volto con l’evoluzione tecnologica in corso, che ha portato alla progressiva eliminazione delle vecchie bande e ridefinito le frequenze. Milioni di famiglie italiane hanno dovuto rivedere la configurazione del proprio televisore per continuare a ricevere i canali preferiti. Come evidenziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, questo processo di transizione è ancora in fase interlocutoria, con alcune emittenti come Rai e Mediaset che hanno parzialmente migrato alcuni canali verso il nuovo standard DVB-T2 HEVC.

Gli effetti più evidenti di questa transizione includono canali spariti dall’oggi al domani, emittenti che appaiono per poi scomparire nuovamente, e l’irritante messaggio “canale non disponibile” anche per broadcaster che prima funzionavano perfettamente. Il problema ha natura tecnica ma coinvolge numerosi fattori: il passaggio ai nuovi MUX, la compatibilità del televisore, le impostazioni di ricerca canali e persino la posizione geografica rispetto ai ripetitori. La buona notizia è che nella maggior parte dei casi il problema si risolve senza chiamare un antennista né acquistare un nuovo apparecchio.

Come identificare le cause della scomparsa canali TV

Prima di intervenire, bisogna distinguere tra problematiche temporanee come eventi atmosferici o guasti dei ripetitori e cambiamenti strutturali nel sistema di trasmissione. Secondo la Decisione UE 2017/899 per l’armonizzazione degli standard televisivi digitali, l’Italia ha progressivamente eliminato le frequenze nella banda 700 MHz per liberarle al 5G. Questo ha comportato lo spostamento obbligatorio di molti canali su nuovi MUX.

Un MUX è un contenitore che trasporta diversi canali sulla stessa frequenza. Quando un MUX cambia frequenza, i canali che trasportava diventano temporaneamente irraggiungibili fino a quando il televisore non li ricerca sulla nuova frequenza. Tuttavia, la semplice sintonizzazione automatica può non bastare, perché alcune emittenti non aggiornano immediatamente tutte le liste di frequenze.

L’approccio corretto richiede due verifiche preliminari. Prima di tutto, accertarsi che il televisore o decoder sia compatibile con il nuovo standard DVB-T2 verificando se è presente il logo “HEVC Main10”. Come confermato dalle direttive del MIMIT, lo standard DVB-T2 HEVC Main 10 è obbligatorio per ricevere i canali trasmessi nel nuovo formato. In secondo luogo, controllare se il problema è generalizzato o riguarda solo alcuni canali: in quest’ultimo caso, è probabile che basti una scansione mirata del MUX corrispondente alla frequenza aggiornata.

Perché la risintonizzazione automatica non funziona sempre

La risintonizzazione automatica è il primo istinto, ma nel nuovo contesto digitale spesso non è sufficiente. Come documentato dal Centro Ricerche Rai in studi del 2024, conflitti di frequenza e algoritmi di gestione LCN possono richiedere interventi manuali. Alcuni apparecchi non aggiornano completamente tutti i MUX, mentre frequenze duplicate o simili fanno confondere il decoder, che può “congelare” alcuni slot vuoti.

L’ordinamento LCN può dare priorità ad altri canali, oscurando quelli corretti. La ricerca automatica lascia che sia il software del televisore a decidere, ma ogni apparecchio ha algoritmi diversi per gestire i conflitti. Ecco perché è utile passare alla sintonizzazione manuale, intervenendo direttamente sui MUX che trasportano i canali mancanti.

Ricerca manuale frequenze digitale terrestre: procedura completa

Ogni area geografica d’Italia è servita da MUX locali e nazionali con frequenze differenti per regione o provincia. I principali network aggiornano i dati sui rispettivi siti web, ma anche forum tecnici offrono elenchi aggiornati con frequenze e parametri.

Per riottenere i canali desiderati, bisogna individuare quale MUX contiene il canale mancante, verificare la frequenza specifica per la propria provincia, accedere al menu TV nelle impostazioni di sintonizzazione manuale, inserire la frequenza in MHz o come canale UHF e avviare la ricerca, quindi salvare i canali trovati senza cancellare l’elenco esistente.

  • Individuare il MUX corretto per il canale mancante
  • Verificare la frequenza specifica della propria zona
  • Accedere alle impostazioni di sintonizzazione manuale del TV
  • Inserire la frequenza e avviare la scansione mirata
  • Salvare i risultati mantenendo l’elenco esistente

Questa procedura consente di forzare il televisore a cercare in una precisa area dello spettro ed è il modo più rapido per rimappare i canali regionali, locali e tematici che spesso sfuggono alle scansioni generiche. Non sempre appare il nome del canale durante la ricerca manuale: a volte viene identificato solo con un numero o sigla tecnica, ma vale la pena salvarlo comunque.

Disattivare aggiornamento automatico canali per evitare perdite

Uno degli effetti più frustranti del nuovo sistema è la volatilità apparente dei canali. Alcuni utenti riportano canali che compaiono e spariscono ogni giorno, elenchi che si svuotano dopo la notte, ed emittenti regionali che scompaiono dopo aggiornamenti automatici. Spesso la causa è la funzione Aggiornamento automatico lista canali.

Durante le ore notturne, alcuni televisori digitali cercano automaticamente nuovi canali, ma nel farlo sovrascrivono la mappatura preesistente. Il problema si presenta più facilmente con canali locali o reti che condividono frequenze con più broadcaster. La soluzione è disattivare temporaneamente l’aggiornamento automatico nelle impostazioni canali del televisore.

Secondo test tecnici condotti dall’Istituto Superiore delle Comunicazioni nel 2023, algoritmi proprietari dei televisori possono causare perdita di canali locali durante aggiornamenti automatici. Dopo aver disattivato questa funzione e aver effettuato la sintonizzazione manuale, i canali resteranno fissi nella lista, garantendo maggiore stabilità e eliminando sovrascritture notturne indesiderate.

Problemi antenna digitale terrestre HEVC: quando intervenire sull’impianto

Se dopo tutti gli aggiustamenti software i canali risultano ancora assenti, vale la pena considerare l’impianto. Il nuovo digitale terrestre utilizza codifiche più efficienti come HEVC, ma richiede un segnale più stabile e definito. Le antenne troppo vecchie, le derivate passate su troppi punti TV, o le lunghe tratte di cavo coassiale possono degradare la qualità.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha pubblicato nel 2024 un rapporto tecnico che conferma come le trasmissioni HEVC richiedano un rapporto segnale/rumore superiore del 30% rispetto al DVB-T, rendendo critica la qualità dell’impianto d’antenna. Questo aspetto risulta particolarmente importante per abitazioni in zone montane o schermate da palazzi, installazioni con amplificatori non aggiornati, e condomini con impianti centralizzati non ancora adattati al DVB-T2.

Prima di coinvolgere l’antennista, conviene testare il televisore con un’altra antenna anche provvisoria: se i canali appaiono, il problema non è del televisore ma dell’impianto. Un televisore o decoder non DVB-T2, anche se ancora funzionante, perde sempre più canali man mano che i MUX vengono aggiornati, rendendo necessaria la sostituzione con un dispositivo certificato HEVC Main10.

Con l’evoluzione del digitale terrestre, diventa sempre più importante padroneggiare le tecniche di sintonizzazione manuale e manutenzione del sistema. Chi impara a muoversi tra frequenze e MUX può mantenere sotto controllo la propria esperienza televisiva senza spese aggiuntive, evitando chiamate inutili o acquisti affrettati. Il nuovo sistema non è perfetto, ma offre soluzioni concrete a chi è disposto a gestirlo con maggiore consapevolezza tecnica.

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